Loco es el hombre que amò los charcos
por que en su mirada no habìa el barro
sino el espejarse del cielo.
martedì 23 novembre 2010
Reminescenze
E fu così, sfogliando l'almanacco
uscì quel buon profumo di tabacco
che fumava mio nonno nella pipa.
uscì quel buon profumo di tabacco
che fumava mio nonno nella pipa.
lunedì 8 novembre 2010
Sfinge
Cercare insieme se c'è un senso al senso,
se una via raggiunge
dura, ardua e faticosa l'immenso.
Donare al cuore in continuo crescendo
un sorriso che piange,
un altro sguardo che osserva stupendo.
Aspettare in vano l'ultima onda,
vederla che s'infrange
e accorgersi di quanto sia profonda.
Questo è il gioco del perdersi e trovarsi,
del credere ed odiarsi,
del prendere, dare ed innamorarsi...
8 Novembre 2010
se una via raggiunge
dura, ardua e faticosa l'immenso.
Donare al cuore in continuo crescendo
un sorriso che piange,
un altro sguardo che osserva stupendo.
Aspettare in vano l'ultima onda,
vederla che s'infrange
e accorgersi di quanto sia profonda.
Questo è il gioco del perdersi e trovarsi,
del credere ed odiarsi,
del prendere, dare ed innamorarsi...
8 Novembre 2010
martedì 21 settembre 2010
giovedì 16 settembre 2010
Avevo rubato un angelo al cielo
E' sciolto, in fine, quest'ultimo velo,
ho salvato un angelo questa notte
e ho meritato un ultimo sorriso
mentre l'aria nuovamente t'afferra.
Non si tocchino le ali degli angeli
o questi non potranno più volare,
che hanno vita come le farfalle,
sono delicate le loro piume.
Per di più gli angeli non hanno sesso,
nessuno mai ne può avere il possesso.
Ora la vita ti passa ch'è un fiume,
che sembra l'allegra danza d'un folle,
e fan festa nel vederti arrivare
mentre il mio sangue per le vene geli.
E sto fermo qui, a lavorar la terra
che non è più affar mio il paradiso,
ho liberato un angelo stanotte
e adesso non fa più paura il cielo.
16 Settembre 2010
ho salvato un angelo questa notte
e ho meritato un ultimo sorriso
mentre l'aria nuovamente t'afferra.
Non si tocchino le ali degli angeli
o questi non potranno più volare,
che hanno vita come le farfalle,
sono delicate le loro piume.
Per di più gli angeli non hanno sesso,
nessuno mai ne può avere il possesso.
Ora la vita ti passa ch'è un fiume,
che sembra l'allegra danza d'un folle,
e fan festa nel vederti arrivare
mentre il mio sangue per le vene geli.
E sto fermo qui, a lavorar la terra
che non è più affar mio il paradiso,
ho liberato un angelo stanotte
e adesso non fa più paura il cielo.
16 Settembre 2010
domenica 5 settembre 2010
Chimica poetica
Come l'acqua, la poesia ha tre stati,
da solido a liquido a gassoso,
arrivando così agli interessati
in un processo semplice, a ritroso.
Così il poeta trova ispirazione
l'avverte in sentimento, in sensazione,
la fa sua, la studia, ne fa verso
e il lettore in procedimento inverso.
Già, la poesia è pura matematica,
processo chimico di tematica
ma cela in se un letterario obiettivo:
un risultato unico, soggettivo,
chi vede niente chi invece l'universo
quel che importa è che a ognuno sia diverso.
4 Settembre 2010
da solido a liquido a gassoso,
arrivando così agli interessati
in un processo semplice, a ritroso.
Così il poeta trova ispirazione
l'avverte in sentimento, in sensazione,
la fa sua, la studia, ne fa verso
e il lettore in procedimento inverso.
Già, la poesia è pura matematica,
processo chimico di tematica
ma cela in se un letterario obiettivo:
un risultato unico, soggettivo,
chi vede niente chi invece l'universo
quel che importa è che a ognuno sia diverso.
4 Settembre 2010
Sai tutto
Ti dissi tutto un giorno di settembre
e rimanevi lì irrequieto e attento
a ragionare di queste mie ombre
e ne riuscivi a credere a stento.
E hai visto tutto tu,
e l'hai visto dall'inizio,
lo sapevi per di più
e restavi in silenzio.
Ha sempre saputo tutto il mio mare
che nessuno come lui sa ascoltare.
4 Settembre 2010
e rimanevi lì irrequieto e attento
a ragionare di queste mie ombre
e ne riuscivi a credere a stento.
E hai visto tutto tu,
e l'hai visto dall'inizio,
lo sapevi per di più
e restavi in silenzio.
Ha sempre saputo tutto il mio mare
che nessuno come lui sa ascoltare.
4 Settembre 2010
Orme sulla sabbia
Come orme sulla sabbia
porta con se il tempo
l'amore e l'odio, la gioia e la rabbia
lentamente, con l'attimo d'un lampo.
Come nuvole bianche
trascinate dal vento,
così le stagioni passano e vanno
lasciando agli occhi il ricordo soltanto,
fissando il momento là dove stanno.
Il frutto del vento è la tempesta
e vive più a lungo di quello d'amore
che cresce perfino nella foresta
ma è fragile
e anche annaffiato muore...
4 Settembre 2010
porta con se il tempo
l'amore e l'odio, la gioia e la rabbia
lentamente, con l'attimo d'un lampo.
Come nuvole bianche
trascinate dal vento,
così le stagioni passano e vanno
lasciando agli occhi il ricordo soltanto,
fissando il momento là dove stanno.
Il frutto del vento è la tempesta
e vive più a lungo di quello d'amore
che cresce perfino nella foresta
ma è fragile
e anche annaffiato muore...
4 Settembre 2010
giovedì 2 settembre 2010
Via...
E ti vedo andar via,
lontano fra le onde,
mentre sto sulla riva
ad osservar le stelle...
E lasci la tua scia,
linea che si espande,
sì frivola e lasciva
s'avverte sulla pelle.
Così lo sguardo si perde nel vuoto,
ne ombre ne luci ma fra l'infinito,
negli occhi la cosa che ho sempre voluto,
l'unica che non avrò mai avuto.
E mentre sei lì e ti vedo andar via,
mentre è un errore ogni cosa che faccia,
continui a lasciare la splendida scia
ma nel mio cielo non resta più traccia.
2 Settembre 2010
lontano fra le onde,
mentre sto sulla riva
ad osservar le stelle...
E lasci la tua scia,
linea che si espande,
sì frivola e lasciva
s'avverte sulla pelle.
Così lo sguardo si perde nel vuoto,
ne ombre ne luci ma fra l'infinito,
negli occhi la cosa che ho sempre voluto,
l'unica che non avrò mai avuto.
E mentre sei lì e ti vedo andar via,
mentre è un errore ogni cosa che faccia,
continui a lasciare la splendida scia
ma nel mio cielo non resta più traccia.
2 Settembre 2010
martedì 31 agosto 2010
Luce
Un sole indaffarato e prepotente
scivola e t'accarezza sulla fronte
dove albergano speranza e pensiero
nell'attesa di trovare il sentiero.
Ma è mare dentro che quella luce arde
nel profondo, con le sue fiamme ingorde
facendo si che non esca una parola,
che l'anima rimanga ancor più sola.
E resta per la bocca quell'amaro
di chi non riesce a formulare un verso,
un petalo di rosa a chi si cerca
e un altro tulipano a chi s'è perso.
31 Agosto 2010
scivola e t'accarezza sulla fronte
dove albergano speranza e pensiero
nell'attesa di trovare il sentiero.
Ma è mare dentro che quella luce arde
nel profondo, con le sue fiamme ingorde
facendo si che non esca una parola,
che l'anima rimanga ancor più sola.
E resta per la bocca quell'amaro
di chi non riesce a formulare un verso,
un petalo di rosa a chi si cerca
e un altro tulipano a chi s'è perso.
31 Agosto 2010
giovedì 26 agosto 2010
Da "El rayo que no cesa" di Miguel Hernàndez
Un carnìvoro cuchillo
de ala dulce y homicida
sostiene un vuelo y un brillo
alrededor de mi vida.
Rayo de metal crispado
fulgentemente caìdo,
picotea mi costado
y hace en èl un triste nido.
Mi sien, florido balcòn
de mis edades tempranas,
negra està, y mi corazòn,
y mi corazòn con canas.
Tal es mi virtud
del rayo que me rodea,
que voy a mi juventud
como la luna a la aldea.
Recojo con las pestanas
sal del alma y sal del ojo
y flores de telaranas
de mis tristezas recojo.
Adònde irè que no vaya
mi perdiciòn a buscar?
Tu destino es de la playa
y mi vocaciòn del mar.
Descansar de esta labor
de huracàn, amor o infierno
no es posible, y el dolor
me harà a mi pesar eterno.
Pero al fin podrè vencerte,
ave y rayo secular,
corazòn, que de la muerte
nadie ha de hacerme dudar.
Sigue, pues, sigue, cuchillo,
volando, hiriendo. Algùn dìa
se pondrà el tiempo amarillo
sobre mi fotografia.
de ala dulce y homicida
sostiene un vuelo y un brillo
alrededor de mi vida.
Rayo de metal crispado
fulgentemente caìdo,
picotea mi costado
y hace en èl un triste nido.
Mi sien, florido balcòn
de mis edades tempranas,
negra està, y mi corazòn,
y mi corazòn con canas.
Tal es mi virtud
del rayo que me rodea,
que voy a mi juventud
como la luna a la aldea.
Recojo con las pestanas
sal del alma y sal del ojo
y flores de telaranas
de mis tristezas recojo.
Adònde irè que no vaya
mi perdiciòn a buscar?
Tu destino es de la playa
y mi vocaciòn del mar.
Descansar de esta labor
de huracàn, amor o infierno
no es posible, y el dolor
me harà a mi pesar eterno.
Pero al fin podrè vencerte,
ave y rayo secular,
corazòn, que de la muerte
nadie ha de hacerme dudar.
Sigue, pues, sigue, cuchillo,
volando, hiriendo. Algùn dìa
se pondrà el tiempo amarillo
sobre mi fotografia.
venerdì 20 agosto 2010
Semana Grande!
Alla continua ricerca è il mio cuore
senza meta ne scopo da attendere,
e lentamente restando muore
senza ormai nulla più a pretendere.
E allora vai,
verso acque che non hai visto mai,
contro venti che soffiano forte,
sotto cieli negati alla sorte.
Vai e da' respiro alla mente,
lustra l'animo a luce splendente,
soffri, cresci, guarda lucido l'orizzinte
sarà così nuovo l'uomo che avrai di fronte.
E invecchi quando resti,
e sei vivo
ogni volta che vai...
senza meta ne scopo da attendere,
e lentamente restando muore
senza ormai nulla più a pretendere.
E allora vai,
verso acque che non hai visto mai,
contro venti che soffiano forte,
sotto cieli negati alla sorte.
Vai e da' respiro alla mente,
lustra l'animo a luce splendente,
soffri, cresci, guarda lucido l'orizzinte
sarà così nuovo l'uomo che avrai di fronte.
E invecchi quando resti,
e sei vivo
ogni volta che vai...
giovedì 29 luglio 2010
Occhi tristi
Illuminato da un vecchio lampione,
affacciato lì su ponte Sublicio,
respira l'aria, ne trae beneficio
e ripassa i punti del suo copione.
Ad un'idea giovane e sbiadita,
che riaffiora alla mente,
che fugge al presente
e troppo veloce è invecchiata.
Ad un'emozione libera e pura,
che palpita al cuore,
che non fa più rumore
e non ambisce alla scena futura.
A quest occhi tristi e senza lacrima,
che guardano lontano,
che cercano invano
e mostrano chiari lo stato dell'anima.
29 Luglio 2010
affacciato lì su ponte Sublicio,
respira l'aria, ne trae beneficio
e ripassa i punti del suo copione.
Ad un'idea giovane e sbiadita,
che riaffiora alla mente,
che fugge al presente
e troppo veloce è invecchiata.
Ad un'emozione libera e pura,
che palpita al cuore,
che non fa più rumore
e non ambisce alla scena futura.
A quest occhi tristi e senza lacrima,
che guardano lontano,
che cercano invano
e mostrano chiari lo stato dell'anima.
29 Luglio 2010
lunedì 12 luglio 2010
Maree
Fresca è l’aria stasera
e aleggia il profumo della bufera.
Il Nostromo, assorto, scruta lontano,
cercando un Dio da poter supplicare,
una luce, un segno, un rito pagano,
un ricordo cui potersi affidare.
In una culla d’onde
il sentimento, geloso, nasconde:
che nessuno intenda il suo dolore,
quel gran dolore che viene dal mare,
che nessuno sveli il suo immenso amore,
quel grande amore che torna nel mare.
Quel sentimento che nasce con la marea,
che cresce, che muore inseguendo un’idea.
Fresca è l’aria stasera
e non dormirà.
12 Luglio 2010
e aleggia il profumo della bufera.
Il Nostromo, assorto, scruta lontano,
cercando un Dio da poter supplicare,
una luce, un segno, un rito pagano,
un ricordo cui potersi affidare.
In una culla d’onde
il sentimento, geloso, nasconde:
che nessuno intenda il suo dolore,
quel gran dolore che viene dal mare,
che nessuno sveli il suo immenso amore,
quel grande amore che torna nel mare.
Quel sentimento che nasce con la marea,
che cresce, che muore inseguendo un’idea.
Fresca è l’aria stasera
e non dormirà.
12 Luglio 2010
mercoledì 30 giugno 2010
Destati viandante
Destati viandante,
ritrova la tua pace
sorretto solamente
dall'istinto rapace.
Destati viandante
dal sonno più crudele
che ti tiene distante
nel regno di Babele.
Torna sulla riva del fiume arido,
bagnalo, portalo a antico splendore,
straripalo, fanne di nuovo nido,
onoralo, inneggia magnifico al suo candore.
Distinto vita ha dato il tuo cammino
celando l'emozione del tuo regno.
Torna a tirar le redini al destino
o Morte sicuro t'avrà indegno.
30 Giugno 2008
ritrova la tua pace
sorretto solamente
dall'istinto rapace.
Destati viandante
dal sonno più crudele
che ti tiene distante
nel regno di Babele.
Torna sulla riva del fiume arido,
bagnalo, portalo a antico splendore,
straripalo, fanne di nuovo nido,
onoralo, inneggia magnifico al suo candore.
Distinto vita ha dato il tuo cammino
celando l'emozione del tuo regno.
Torna a tirar le redini al destino
o Morte sicuro t'avrà indegno.
30 Giugno 2008
Vita!
Irrompe e poi svanisce
nell'attimo fugace
oh, vita! Innervosisce
eppure ci compiace.
Rimane stabilmente
qui sulla terraferma,
chi in cielo si sofferma
richiama intransigente.
Oh, vita, che eri quella spensierata,
vita, quella d'una città sperduta
che non t'ha incontrata eppur t'ha vissuta,
che già tu sei globale, arraffona,
più simile che all'Eden Maratona,
dov'è ormai quell'essenza, quella buona?
E se fra noi non resta più contatto,
allora, amica mia, siamo del gatto!
1 Luglio 2010
nell'attimo fugace
oh, vita! Innervosisce
eppure ci compiace.
Rimane stabilmente
qui sulla terraferma,
chi in cielo si sofferma
richiama intransigente.
Oh, vita, che eri quella spensierata,
vita, quella d'una città sperduta
che non t'ha incontrata eppur t'ha vissuta,
che già tu sei globale, arraffona,
più simile che all'Eden Maratona,
dov'è ormai quell'essenza, quella buona?
E se fra noi non resta più contatto,
allora, amica mia, siamo del gatto!
1 Luglio 2010
Pensiero (3)
S'i' potessi solo scrive,
s'i potessi solo canta'...
quanti versi se so'persi
dentr'a 'st'angolo d'eternità...
s'i potessi solo canta'...
quanti versi se so'persi
dentr'a 'st'angolo d'eternità...
Pensiero (1)
Nun te poi gira'ntorno
che te devi gira'ntorno...
Essì, che Roma è'n'arte, 'na poesia,
è tutto er piacere de casa mia.
che te devi gira'ntorno...
Essì, che Roma è'n'arte, 'na poesia,
è tutto er piacere de casa mia.
mercoledì 23 giugno 2010
lunedì 7 giugno 2010
Canto al padre
Non suonerà mai più quella tua voce
tanto forte che il cielo fa tuonare,
ora sei nel cuore di chi è in pena
e nei pensieri tristi di chi ti ama.
La tua dimora è sotto quella croce,
perennemente là a guardare il mare,
chè presto è finita la tua lena,
chè dolce è la voce che ti chiama.
Così improvvisa porta la tua pace
da lasciar che un'illusoria speranza
accompagni le lacrime pe'l viso
finchè s'asciughino, senza una resa.
Allor conserva l'attimo fugace
per accorciare la tua lontananza
che malinconico è quel tuo sorriso
e che infinita sarà l'attesa.
Aprile 2006
tanto forte che il cielo fa tuonare,
ora sei nel cuore di chi è in pena
e nei pensieri tristi di chi ti ama.
La tua dimora è sotto quella croce,
perennemente là a guardare il mare,
chè presto è finita la tua lena,
chè dolce è la voce che ti chiama.
Così improvvisa porta la tua pace
da lasciar che un'illusoria speranza
accompagni le lacrime pe'l viso
finchè s'asciughino, senza una resa.
Allor conserva l'attimo fugace
per accorciare la tua lontananza
che malinconico è quel tuo sorriso
e che infinita sarà l'attesa.
Aprile 2006
Storia di Luna e Sole
Ho visto Luna e Sole
uniti in un unico cielo.
Poi ho visto l'Orizzonte
inghiottire il Sole
e ho visto lui, orgoglioso,
sussurrare a lei "Risorgerò..."
Ho visto anche la Luna piangere
consolata da milioni di Stelle
e l'ho vista ridere mentre andava a letto
e vedeva lui risorgere.
6 Luglio 2000
uniti in un unico cielo.
Poi ho visto l'Orizzonte
inghiottire il Sole
e ho visto lui, orgoglioso,
sussurrare a lei "Risorgerò..."
Ho visto anche la Luna piangere
consolata da milioni di Stelle
e l'ho vista ridere mentre andava a letto
e vedeva lui risorgere.
6 Luglio 2000
Una giornata di primo aprile
Il sole smagliante e allegro
ride focoso e stimola anche il più pigro,
il cielo sereno ed azzurrino
rassicura tranquillo ogni singolo bambino,
le nuvole candide e libere
mandano il messaggio di non cedere,
una pace limpida e vincente
si avverte nel cuore soavemente,
un verde chiaro e speranzoso
rilassa fortemente l'uomo più scontroso,
le grida degli uccelli vanno per l'aria
senza una meta, uno scopo
solo per render la giornata
più viva, spensierata.
Una giornata perfetta
in cui ogni traccia
sembra egoisticamente corretta.
1 Aprile 2001
ride focoso e stimola anche il più pigro,
il cielo sereno ed azzurrino
rassicura tranquillo ogni singolo bambino,
le nuvole candide e libere
mandano il messaggio di non cedere,
una pace limpida e vincente
si avverte nel cuore soavemente,
un verde chiaro e speranzoso
rilassa fortemente l'uomo più scontroso,
le grida degli uccelli vanno per l'aria
senza una meta, uno scopo
solo per render la giornata
più viva, spensierata.
Una giornata perfetta
in cui ogni traccia
sembra egoisticamente corretta.
1 Aprile 2001
Non solo il vento
Ho già salutato i miei alberi,
ho già abbandonato i miei simili,
una volta fu leoni fieri
ora lupi sofferenti e umili.
Non è ancora tempo di rimpianti,
non è uscito il calore dalla serra,
E' stato solo un gioco di diamanti
incastonati in quella mia terra.
Non puoi avere il cuore
ma avrai la mia anima,
e ad ogni tuo rumore
Sentirai un lamento,
saprai, come prima,
che non è solo il vento.
Ogni volta che vedrai muovere
le frasche più basse, dolenti e vere
saprai che vaga la mia anima,
che non sarà stato solo il vento.
Non solo il vento.
26 Luglio 2003
ho già abbandonato i miei simili,
una volta fu leoni fieri
ora lupi sofferenti e umili.
Non è ancora tempo di rimpianti,
non è uscito il calore dalla serra,
E' stato solo un gioco di diamanti
incastonati in quella mia terra.
Non puoi avere il cuore
ma avrai la mia anima,
e ad ogni tuo rumore
Sentirai un lamento,
saprai, come prima,
che non è solo il vento.
Ogni volta che vedrai muovere
le frasche più basse, dolenti e vere
saprai che vaga la mia anima,
che non sarà stato solo il vento.
Non solo il vento.
26 Luglio 2003
So volare...
Accadono cose
che non so spiegare.
Vita, sogni, fatti
su cui non riesco a ragionare.
Ogni cosa, in ogni dove
mi fa pensare,
Ma c'è sempre quello
che non posso imparare.
A volte chiudo gli occhi
e so volare...
Data indefinita
che non so spiegare.
Vita, sogni, fatti
su cui non riesco a ragionare.
Ogni cosa, in ogni dove
mi fa pensare,
Ma c'è sempre quello
che non posso imparare.
A volte chiudo gli occhi
e so volare...
Data indefinita
venerdì 4 giugno 2010
Italia
Lontano dal tuo mare, dalla Terra,
spinto dal desiderio di sapere,
fin quando la malinconia t'afferra
e non v'è rotta più bella che tornare.
Ritrovar se stessi al solo respirare,
sentirsi accarezzati da quel vento
che tanti illustri ha visto ed ha compianto
e tanta gente vede sospirare.
E per le strade, e per il lungomare,
e fra le Alpi, e per le mulattiere
c'è un popolo che vive di lampare,
di fatiche stanche e mattiniere.
Un popolo invidiato in tutto il mondo,
che sa ancora sorrider bambinesco,
che tira fuori il meglio anche dal fondo
e all'occorrenza grida unanime "obbedisco!"
Sì, che sei bella, e luminosa, e incanto,
sì, che sei sole, tradizione e pianto.
E non v'è altro, ninet'alro, Italia mia,
poichè Tu e Tu sola sei poesia.
28 Ottobre 2010
spinto dal desiderio di sapere,
fin quando la malinconia t'afferra
e non v'è rotta più bella che tornare.
Ritrovar se stessi al solo respirare,
sentirsi accarezzati da quel vento
che tanti illustri ha visto ed ha compianto
e tanta gente vede sospirare.
E per le strade, e per il lungomare,
e fra le Alpi, e per le mulattiere
c'è un popolo che vive di lampare,
di fatiche stanche e mattiniere.
Un popolo invidiato in tutto il mondo,
che sa ancora sorrider bambinesco,
che tira fuori il meglio anche dal fondo
e all'occorrenza grida unanime "obbedisco!"
Sì, che sei bella, e luminosa, e incanto,
sì, che sei sole, tradizione e pianto.
E non v'è altro, ninet'alro, Italia mia,
poichè Tu e Tu sola sei poesia.
28 Ottobre 2010
Dote
Resta solitaria una lacrima sul viso
che è usanza persa ormai quella del sorriso
e mare dentro, nel profondo antico
storie passate, raggiungibili, non più.
E niente più d'un triste foglio bianco
che sta lì fermo e non sa più parlare
sebbene abbia ancora tanto da raccontare
tanto sentimento ancora da dichiarare.
Non aver risposta è ciò che brucia
tanto più del decantar dolore,
ce ne sarebbe molto da cantare
ma sulla tela non v'è più colore.
Sentir la propria dote all'impotenza
che sfocia in tristezza e frustrazione
è questo più dolore del dolore
è questo più finire del finire
e un'arma scarica resta per le mani
ed un sussulto per un cuore in pena.
1 Luglio 2009
che è usanza persa ormai quella del sorriso
e mare dentro, nel profondo antico
storie passate, raggiungibili, non più.
E niente più d'un triste foglio bianco
che sta lì fermo e non sa più parlare
sebbene abbia ancora tanto da raccontare
tanto sentimento ancora da dichiarare.
Non aver risposta è ciò che brucia
tanto più del decantar dolore,
ce ne sarebbe molto da cantare
ma sulla tela non v'è più colore.
Sentir la propria dote all'impotenza
che sfocia in tristezza e frustrazione
è questo più dolore del dolore
è questo più finire del finire
e un'arma scarica resta per le mani
ed un sussulto per un cuore in pena.
1 Luglio 2009
Sso'io quello ch'aspettorno
Sso' io quello ch'aspettorno,
sso' quello e tutto l'antro'ntorno.
Ma c'è quarcosa de ppiù granne,
ch'eco s'arisente pe'le sponne
e tutto'ntorno 'n sono de campane.
C'è 'na forza da tene' fermi li monni
incastrata dentro a quei capelli bionni.
E volo e casco e m'ariccoje
e m'arinfresca e m'arida' le voje
e cià er soriso malizioso de l'arcano
e m'arida' la vita cor solo tocco de'na mano.
"Amore mio", je sussurro "st'abbraccio cià
l'istessa età de tutta la città,
e sse vvoi sape'na cosa che ciò dentro,
che null'omo mai, nisuno ha amato tanto
che dietr'a le stelle, ne l'infinito
nun ce so' angeli o creature a ddà st'appetito."
E llei, sciantosa, ride e se ne vanta,
e ner frattempo tutta Roma canta.
8 Luglio 2008
sso' quello e tutto l'antro'ntorno.
Ma c'è quarcosa de ppiù granne,
ch'eco s'arisente pe'le sponne
e tutto'ntorno 'n sono de campane.
C'è 'na forza da tene' fermi li monni
incastrata dentro a quei capelli bionni.
E volo e casco e m'ariccoje
e m'arinfresca e m'arida' le voje
e cià er soriso malizioso de l'arcano
e m'arida' la vita cor solo tocco de'na mano.
"Amore mio", je sussurro "st'abbraccio cià
l'istessa età de tutta la città,
e sse vvoi sape'na cosa che ciò dentro,
che null'omo mai, nisuno ha amato tanto
che dietr'a le stelle, ne l'infinito
nun ce so' angeli o creature a ddà st'appetito."
E llei, sciantosa, ride e se ne vanta,
e ner frattempo tutta Roma canta.
8 Luglio 2008
giovedì 3 giugno 2010
Vernacolo civitavecchiese
All'antemurale tira 'n vento...
ce so' onne grosse come palazzine.
E ssì da lontano sente 'n lamento
so' solo 'e strille de le rigazzine.
Er faro ggira, stella fra le stelle
e 'n pineta ell'arbere ricordino.
Er mare ade' sempre 'na bbella lagrima
pe' tutte le fie c'ar viale ridino.
N'ce so' io a ppote'vvede,
a ppote' senti' lo iodio su la pelle.
Er mio ade'ell'esiglio dell'erede
e poe, le cuccudrille.
18 Novembre 2004
ce so' onne grosse come palazzine.
E ssì da lontano sente 'n lamento
so' solo 'e strille de le rigazzine.
Er faro ggira, stella fra le stelle
e 'n pineta ell'arbere ricordino.
Er mare ade' sempre 'na bbella lagrima
pe' tutte le fie c'ar viale ridino.
N'ce so' io a ppote'vvede,
a ppote' senti' lo iodio su la pelle.
Er mio ade'ell'esiglio dell'erede
e poe, le cuccudrille.
18 Novembre 2004
Il raggio dell'ultimo sole
Il raggio d’un ultimo sole taglia il viale
con l’ombra dei rami,
ennesimo segno d’un tempo
che proprio non vuol tramontare.
E lascio ancora fugace uno sguardo finale
sopra i miei diorami,
come un semidio sull’Olimpo
che anela poter ritornare.
Un sorriso, un sospiro, un attimo d’armonia
a celare ciò che c’è dentro.
e poi giunge, sublime, la malinconia:
eccola, la sento…
aria di casa mia.
3 Giugno 2010
con l’ombra dei rami,
ennesimo segno d’un tempo
che proprio non vuol tramontare.
E lascio ancora fugace uno sguardo finale
sopra i miei diorami,
come un semidio sull’Olimpo
che anela poter ritornare.
Un sorriso, un sospiro, un attimo d’armonia
a celare ciò che c’è dentro.
e poi giunge, sublime, la malinconia:
eccola, la sento…
aria di casa mia.
3 Giugno 2010
Fenice
Sotto al cielo tace
e rimbomba tutt'attorno,
nascosta, impenetrabile
nello splendere del giorno.
All'infinita cerca
nelle sue profondità,
che sempre è stata e sempre sarà ardua
la conquista della felicità,
e più è ardua più è desiderata,
più è sofferta e più è meritata.
Quell'istante preso al tempo
che nessun'altro più potrà.
E ancora sotto al cielo tace,
nell'attesa,
la Fenice.
14 Maggio 2010
e rimbomba tutt'attorno,
nascosta, impenetrabile
nello splendere del giorno.
All'infinita cerca
nelle sue profondità,
che sempre è stata e sempre sarà ardua
la conquista della felicità,
e più è ardua più è desiderata,
più è sofferta e più è meritata.
Quell'istante preso al tempo
che nessun'altro più potrà.
E ancora sotto al cielo tace,
nell'attesa,
la Fenice.
14 Maggio 2010
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